Conus patagonicus (Frenguelli, 1932)



Conchilla más bien pequeña, de forma típica; 7-8 anfractos; espira baja, de vértice agudo, perfil levemente cóncavo y algo escalariforme; último anfracto cónico alargado, regular y progresivamente adelgazándose hacia su base, en cuya proximidad se contrae un poco y se encorva levemente hacia derecha; alto total 31 mm. (probablemente 33 mm. agregando la parte basal que falta), diámetro en la base de la espira (algo aplastada) mm. 18,5 (máximo) y mm. 15 (mínimo); alto de la espira mm. 5, esto es cerca de 16 del total.

Los anfraetos, de incremento lento, tienen rellano netamente exca-vado, recorriendo por líneas de crecimiento poco marcadas, arqueadas en sentido retrógrado, y ángulo provisto de una gruesa carena robusta, redondeada en forma de cordón liso en los primeros anfractos, pero que a cerca de la mitad del penúltimo anfracto se resuelve en tubéreulos algo irregulares y poco pronunciados. Sutura simple, poco grabada. El último anfracto, cuya superficie está recorrida longitudinalmente por líneas de crecimiento muy finas y levemente arqueadas, lleva en su mitad inferior una escultura espiral constituída por 14-15 fajas oblicuas, separadas por surcos finos, pero bien marcados, especialmente en la parte inferior de la serie; en cambio, las fajas, más anchas y de superficie llana en su comienzo, a medida que se acercan a la base del anfracto se hacen progresivamente más angostas y de superficie convexa, llegando a tomar el aspecto de cordoncitos, muy levemente surcados por el cruce transversal de las estrías de crecimiento. Abertura alta, relativamente estrecha, de cerca de mm. 4 de ancho, de bordes subparalelos, levemente arqueados; colúmela oblicua, lisa, redonda; labio externo delgado, roto en su mayor extensión.


Esta nueva especie es muy parecida a
Conus springvaleensis Mansf., del Mioceno superior de la isla de Trinidad (1). A juzgar por descripción y figuras (2), éste sólo se diferencia por la forma de la carena algo más aguda débilmente denticulada, el último anfracto algo más contraído en su base, abertura más angosta, levemente ensanchada en su parte inferior, dimensiones generales algo menores.

Mayor aún es su parecido con
Conus armoricus Sut., del Mioceno de Kaipara, en Nueva Zelandia (3), del cual, por lo que puede inferirse de la descripción y la figura de Suter (4), hasta podría considerarse una simple variedad. En efecto: la nueva especie se apartaría de la forma neozelandesa sólo por sus dimensiones menores y por la base del último anfracto un poco menos adelgazada.



Conchiglia piuttosto piccola, di forma tipica; 7-8 anfratti; spira bassa, a vertice acuto, con profilo leggermente concavo e un po' scalariforme; l'ultimo anfratto è allungato, regolare e si restringe gradualmente verso la base, dove si contrae leggermente e si piega leggermente verso destra; altezza totale 31 mm (probabilmente 33 mm compresa la parte basale mancante); diametro alla base della spira (leggermente appiattita) 18,5 mm (massimo) e 15 mm (minimo); altezza della spira 5 mm, ovvero circa 16 del totale.

Gli anfratti a lenta crescita presentano una rampa nettamente concava, che corre lungo linee di accrescimento poco marcate, arcuate in senso retrogrado, e un angolo provvisto di una carena spessa e robusta, arrotondata a forma di cordone liscio nei primi anfratti, ma che verso la metà del penultimo anfratto si dissolve in un tubercolo alquanto irregolare e poco pronunciato. Sutura semplice, poco incisa. L'ultimo anfratto, la cui superficie è percorsa longitudinalmente da linee di accrescimento molto fini e leggermente arcuate, reca nella sua metà inferiore una scultura a spirale composta da 14-15 bande oblique, separate da solchi fini ma ben marcati, soprattutto nella parte inferiore della serie; d'altra parte, le bande, inizialmente più larghe e piatte, diventano progressivamente più strette e convesse man mano che ci si avvicina alla base dell'anfratto, assumendo l'aspetto di piccole cordoni, appena solcati dall'incrocio trasversale delle strie di accrescimento. L'apertura è alta, relativamente stretta, larga circa 4 mm, con margini subparalleli, leggermente arcuati; la columella è obliqua, liscia, rotonda; il labbro esterno è sottile, spezzato nel suo punto di massima estensione.

Questa nuova specie è molto simile a
Conus springvaleensis Mansf., del Miocene superiore dell'isola di Trinidad (1). A giudicare dalla descrizione e figure (2), questa si differenzia solo per la forma della carena leggermente più affilata e debolmente dentellata, l'ultimo anfratto leggermente più contratto alla base, l'apertura più stretta, leggermente allargata nella parte inferiore, le dimensioni complessive leggermente più piccole.
Ancora maggiore è la sua somiglianza con
Conus armoricus Sut., del Miocene di Kaipara, Nuova Zelanda (3), di cui, da quanto si può dedurre dalla descrizione e dalla figura di Suter (4), potrebbe addirittura essere considerata una varietà semplice. In effetti, la nuova specie differirebbe dalla forma neozelandese solo per le dimensioni più piccole e per la base leggermente meno slanciata dell'ultimo anfratto.

(1) Note di geologia patagonica: Descrizione di alcuni profili della zona petrolifera di Comodoro Rivadavia. "Böletin de Inform. Petrolíferas", anno VI, n. 59-60, Buenos Aires, 1929. Cfr.: pp. 16 e 31.




Conus patagonicus (1)
mm. 31,0 x 18,5
Miocene
Juliense of the Patagonia near Comodoro Rivadavia (Chubut) – Argentina