Conus (Chelyconus) pelagicus (Brocchi, 1814)
Conus (Chelyconus) pelagicus inflatus (Erünal-Erentöz, 1958)
Conus erunalerentoezae (Landau et. al., 2013)
Conus (Chelyconus) pelagicus karamanensis (Erünal-Erentöz, 1958)
Conus (Chelyconus) karamanensis (Erünal-Erentöz, 1958)
Conus (Chelyconus) coloratus (DeFrance, 1818)
Descrizione
e caratteristiche:
E’ una conchiglia di dimensioni da piccole a medie, la cui spira è elevata, piana o poco convessa. L’ultimo giro presenta striature alla base; l’apertura è stretta con il labbro leggermente arcuato. Sulla superficie sono presenti linee trasversali di colore giallo-arancio disposte in modo irregolare.
Nelle sue osservazioni(1), Sacco notò come tutti gli esemplari da lui studiati di Conus pelagicus fossero di dimensioni medie; inoltre, notò come in alcuni degli esemplari più grandi del Conus striatulus, un Conus di dimensioni inferiori rispetto al Conus pelagicus, fossero presenti fini lineette giallo-arancio che spesso si trovano sovrapposte a sottili cordoncini, soprattutto verso la base. Ipotizzò quindi che il Conus Pelagicus, conico-ovato, fosse la forma adulta del Conus striatulus, conico-angolato, in analogia a quanto riscontrato nel caso del Conus mediterraneus: anche in quest’ultimo caso infatti, notò un passaggio dalla forma conico-angolata alla forma conico-ovata.
Non essendo supportato da sufficienti osservazioni, preferì lasciare le due specie distinte.
Rossi Ronchetti, 1955. "Ornato di sottilissime strie spirali, alcune delle quali più rilevate ad intervalli regolari e colorate o in giallo rossiccio o in grigio azzurrognolo, mentre macule pure grigio azzurrognole sono distribuite irregolarmente sulla superficie. Strie assiali incrociano le strie spirali, cosicché la superficie appare irregolarmente quadrettata: esse hanno andamento sinuoso e tendono a confluire all'estremità anteriore verso il margine columellare".
Il Conus anabathrum, il Conus largillierti e il Conus philippii sono collegati al Conus pelagicus.
Distribuzione:
Nel Miocene è presente in Piemonte.
Nel Pliocene è abbastanza comune in Italia.
Nel Pleistocene è rinvenuto in Toscana ed nel Lazio (2).
Conus pelagicus
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Conus erunalerentoezaeConus pelagicus var. inflatus
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Conus karamanensis
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This species is characterised by its relatively tall, strongly coeloconoid spire and its slender, almost straight-sided last whorl. It was originally described as a subspecies of V. pelagicus (Brocchi, 1814), from which it clearly differs in the shape of the subsutural flexure (see Table 25) and in the outline of the shoulder, which is much more angular in V. karamanensis. A specimen from the Erünal-Erentöz collection in Ankara University is illustrated (Pl. 78, fig. 7), but it does not match any of the three specimens illustrated by Erünal-Erentöz, which are not present in the Ankara collection. These may be present in the Paris Museum collection, which has eight syntypes recorded on the museum website (MNHN.F.A26724; not seen). It differs from Varioconus erunalerentoezae nov. sp. again in the character of the subsutural flexure (see Table 25) and in its more slender, less inflated form. The rows of spots seen under UV light are larger and more uniform in size than in V. erunalerentoezae. Conus gallicus Mayer-Eymar, 1890 from the early Miocene French and Italian assemblages also has a strongly coeloconoid spire, but differs in having much stronger spiral sculpture on the base (8).
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Il Cono colorito Conus coloratus Nob. Questa specie ha molta analogia, per la grandezza, con la precedente (conus pelagicus); ma ne diversifica per la sua spira, ch’ è più elevata, e i di cui giri sono un poco concavi alla loro parte superiore, e per le costole circolari che si veggono alla sua base.E’ una fra le conchiglie fossili sulle quali abbiamo osservata maggior quantità di colori; sono rossi biondi e distribuiti su tutta la sua superficie; alcuni in piccole sbarre interrotte che formano linee circolari, e gli altri in marezzature; indipendentemente da questi colori rossi biondi, si veggono dei nastri circolari i quali hanno una leggiera tinta paonazza. Questa specie si trova nel Piacentino.
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· Lampedusa |
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· Is. Kerkennah |
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Bibliografia Consultata
(2) - Carlo Chirli (1997) “Malacofauna pliocenica toscana - vol. I - Superfamiglia Conoidea”, Firenze