Conus pulcher            (Lightfoot, 1786)

Conus prometheus     (Hwass, 1792)

 

 

1893 - Lithoconus mercatii (Br). var. canaliculatodepressa - Sacco, Moli. Terr. Terz. Piem. Lig., 13”, p. 19, t. 2, fig. 13 a-b. 

1893 - Lithoconus antiquus (Lk.) var. percanaliculatus Sacco, Moli. Terr. Terz. Piem. Lig., 13”, pag. 25, tav. 3, fig. 11. 

1964 - C. A. Hall - Conus antiquus Lamarck. Middle Mioc. Conus from Piedmont p. 128, t. 21, fig. 7. 

 

In occasione di ricerche paleontologiche effettuate in affioramenti fossiliferi del Pliocene medio-superiore nel territorio di Buttigliera d’Asti (località Becchi di Castelnuovo Don Bosco) in Piemonte, sono state rinvenute alcune conchiglie di un raro conide, di dimensioni cospicue (coll. Mus. Civ. St. Nat., Milano). Altri esemplari di questa forma sono stati raccolti durante scavi operati nella stessa zona dal Museo di Scienze Naturali della Regione Piemonte (coll. Mus. Reg. Sci. Nat., Torino). Questi Gasteropodi, ottimamente conservati, sono stati confrontati con altre malacofaune correlabili, fossili e attuali. Gli esami morfologici - morfometrici e residui di ornamentazione esterna rilevati in un esemplare hanno permesso di attribuire i reperti all’attuale Conus pulcher Lightfoot, 1786 (= Conus prometheus Hwass, 1792). Questo taxon è il più grande conide vivente e si trova specialmente lungo le coste dell’Africa Occidentale. Conus pulcher non era stato finora segnalato per il Pliocene e in particolare per le formazioni tipiche della regione astigiana (1).

 

Descrizione. 
Conchiglia conica, allungata, di cospicue dimensioni (lungh. media ca. 110 mm); spira depressa; ultimo giro avvolgente, relativamente stretto alla base; bordi quasi diritti; anfratti numerosi; sutura marcata, regione suturale più o meno concaviforme; spalla angolata; angolo pleurale subacuto; apertura ampia, maggiormente nella regione sifonale; columella regolare, con sella abapicale; labbro esterno distalmente molto sottile; strie rilevate nella regione sifonale dell’ultimo giro, con andamento suborizzontale; ornamentazione poco evidente, costituita da segmenti lineiformi, incisi e talora intervallati da linee un po’ rilevate (1). 

 

I morfotipi fossili e attuali coincidono nei caratteri strutturali e di aspetto in modo notevole e senza discontinuità. La variabilità intraspecifica di queste forme appare assai scarsa, sempre per entrambe le popolazioni. Nei fossili, la concavità della regione suturale sembra modicamente più accentuata che nei viventi. Gli individui più sviluppati manifestano questa stessa tendenza morfologica. Inoltre, mentre si notano individui a spira più o meno depressa nelle due popolazioni, i C. pulcher attuali tendono ad un maggiore appiattimento dell’andamento spirale. Questi elementi morfologici, secondari e non stabilizzati, non forniscono sufficienti elementi per una distinzione ad un livello sottospecifico tra queste forme fossili e quelle attuali. Le predette tendenze sono quindi ancora riconducibili alla variabilità individuale intraspecifica. Per quanto attiene alle dimensioni i grandi esemplari pliocenici, che possono superare i 140 mm, risultano ben raffrontabili a quelli recenti, per i quali una maggiore quantità di reperti ha posto in evidenza alcuni casi di superamento dei 200 mm di lunghezza. Pertanto la cronospecie cenozoico-recente può essere considerata monotipica dal Pliocene all’Attuale, salvo che per eventuali dati contrari per il Pleistocene, al presente però non sussistenti (1). 

 

Nei giacimenti pliocenici di provenienza, gli individui raccolti appaiono autoctoni in sabbie grigio-giallastre medio-fini, relative ad una profondità stimata in circa 20-30 m, in base alla natura dei sedimenti ed alle associazioni di faune esistenti. Nel Pliocene questa forma non viveva probabilmente in comunità conspecifiche come sembre dimostrato dai ritrovamenti, non solo rari ma effettuati in punti relativamente distanti, nell’ambito degli affioramenti fossiliferi di provenienza. Al termine del Pliocene, con le modifiche continentali e climatiche verificatesi in quel tempo, queste popolazioni di mare caldo scomparvero dal bacino mediterraneo e probabilmente migrarono in acque sud-atlantiche ancora idonee alla loro cospicua specializzazione di vita. In ogni caso popolazioni conspecifiche rimasero a rappresentare questi progenitori, o forme autoctone, in biotopi oceanici, soprattutto lungo le coste dell’Africa occidentale. Non poche specie di Molluschi, univalvi e bivalvi, esistenti nei sedimenti pliocenici mediterranei e poi quivi scomparsi, sono attualmente presenti nelle predette acque atlantiche africane, con particolari segnalazioni per il Senegai, le Isole di Capo Verde e la Guinea. 

In relazione alle temperature medie stabilizzatesi nel Mediterraneo dal Pleistocene e in relazione alle ripetute glaciazioni quaternarie, C. pulcher non reinvase i precedenti biotopi marini, così come altre forme che riuscirono a protrarre le loro linee filetiche in regioni faunistiche diverse, anche lontane (1). 

 


E’ possibile un collegamento tra il Conus pulcher del Pliocene e il Conus mercati var. ligeriana del Miocene Inferiore.

 

 

Lower Miocene

 

 

Upper Miocene

 

 

Middle-Upper  Pliocene

 

 

Recent

 

Conus mercati var. ligeriana

mm. 47

Aquitanien (Lower Miocene)

St. Martin d’Oney

Conus mercati

Upper Miocene - Montegibbio

mm. 44 x 25

[Nathan Quickfinger]

Fig. 8 Conus pulcher n. i6367 (1)

mm. 50 x 27

(juvenilis)

 

Conus pulcher

 

 

 


 

 

Figg. 1-4. — Conus pulcher Lightfoot (1)

Pliocene medio-superiore

(Asti: Becchi di Castelnuovo Don Bosco)

1-3: es. n. i6366; h = 130,5 mm, largh. = 75 mm

4: es. n. i6366, particolare di ornamentazione residua (ingr.)

Figg. 5-9. — Conus pulcher Lightfoot (1)

Pliocene medio-superiore

(Asti: Becchi di Castelnuovo Don Bosco)

5-7: es. n. i6368, h = 110,5 mm, largh. = 66 mm

8-9: es. n. i6367, h = 50 mm, largh. = 27 mm (juvenilis).

 

1893 - Lithoconus mercatii (Br). var. canaliculatodepressa – Sacco

t. 2, fig. 13 a-b.

mm. 137-71

 

 

 

 

 

 

 

Conus pulcher prometheus

( Hwass in Bruguière, 1792 )

154mm × 79mm

Abidjan - Costa d’Avorio

 

Fig. 1 Conus pulcher (1)

n. i6366

mm. 130,5 x 75

Fig. 5 Conus pulcher (1)

n. i6368

mm. 110,5 x 66

Fig. 8 Conus pulcher n. i6367 (1)

mm. 50 x 27

(juvenilis)

 

 

 

 



Bibliografia Consultata

 

·         (1) - Atti Soc. ital. Sci. nat. Museo civ. Stor. nat. Milano, 126 (3-4): 185-200, 15-XII-1985 
Pier Giuseppe Caretto (*) 
SEGNALAZIONE DI CONUS PULCHER LIGHTFOOT, 1786  (= CONUS PROMETHEUS HWASS, 1792)  NEL PLIOCENE PIEMONTESE  ( Gastropoda)