Conus (Chelyconus) striatulus (Brocchi, 1814)
Conus (Chelyconus) striatulus var. taurinensis (Bellardi e Michelotti, 1849)
Conus (Cheluconus) striatulus var. lineolata = Conus lineolatus (Cocconi, 1873)
Conus emmanuelis (Bonelli, 1826)
Descrizione
e caratteristiche:
E’ una conchiglia biconica di piccole dimensioni; la spira è acuta ed i giri sono subangolosi. Le suture sono marcate e quasi canalicolate. La base è solcata e la superficie presenta talvolta leggere striature spirali(2), talvolta così sottili da potersi vedere solo con l’ausilio di un ingrandimento(3). In alcuni degli esemplari del Conus striatulus sono a volte presenti fini lineette giallo-arancio che spesso si trovano sovrapposte a sottili cordoncini, soprattutto verso la base(1).
Conus emmanuelis (Bonelli, 1826)
Nel 1826, Bonelli riporta l’indicazione di un Conus emmanuelis, senza tuttavia fornirne né una descrizione né un disegno. Nel 1849, Bellardi e Michelotti rinominano questo Conus come Conus striatulus var. taurinensis, poiché, nonostante potessero sembrare molto sensibili le differenze del Conus taurinensis con i Conus striatulus descritti dal Brocchi, in una serie di esemplari scorsero un passaggio di caratteristiche dal Conus taurinensis al Conus striatulus.
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Varioconus taurinensis (Bellardi & Michelotti, 1840) is a strange little cone, in which the spire whorls of many specimens seem to have grown irregularly. This is also seen in specimens illustrated in the literature (see Sacco, 1893b; Hall, 1964). The height of the spire, spire angle and shape are very variable, ranging from low mammillate to relatively high and gradate. There are at least seven teleoconch whorls in the Turkish shells. The early whorls are flat-sided and on the third whorl a carina suddenly appears and the whorls become taller. Apart from the irregular spire, the dropped shoulder and weakly carinate last adult whorl are quite characteristic (11).
This species is unknown so far from the Paratethys. Some shells identified as Conus ponderosus Brocchi, 1814, however, possibly represent C. taurinensis (e.g. Krach, 1981, pl. 20, fig. 16) (11).
La diversità specifica del genere Conus nel Pliocene del Mediterraneo è un problema ancora aperto, sebbene le specie che si possono distinguere non siano meno di 20 o 30. Quando descrissero il Conus striatulus, Bellardi e Michelotti si dichiararono sorpresi che i malacologi non avessero trovato questa specie tra quelle viventi, data la quantità degli esemplari fossili negli strati subappenninici.
Si potrebbe pensare che la mancanza di esemplari di Conus striatulus sia da attribuire al primo apprezzabile evento di estinzione avvenne circa 3-3,2 MA fa: è già ben noto, infatti, che questo evento di estinzione, che è ben correlabile con le variazioni registrate nelle faune di mammiferi e vegetali, corrisponde al primo importante fenomeno di raffreddamento avvenuto durante il Pliocene ed ha avuto come conseguenza la scomparsa nel Mediterraneo della maggior parte della fauna tropicale.
Alcuni molluschi tipici della acque tiepide sono sopravvissuti nel Mediterraneo fino ad un periodo compreso tra i 2,6 e i 2,4 MA, ma dopo questo periodo le specie di Conus diminuirono ulteriormente da 10-15 a 3 o 4 circa, e fino ad oggi si riteneva che l’unica specie sopravvissuta fosse il Conus mediterraneus. Questo secondo evento di estinzione appare ben correlabile con il primo grande evento di glaciazione dell’emisfero settentrionale (8).
Oggi possiamo invece affermare che il Conus striatulus è ancora presente tra le specie viventi, grazie al ritrovamento di una popolazione vivente nelle acque antistanti Catania da parte di Agatino Reitano, consigliere SIM. Alcuni esemplari sono stati da lui conservati, ma purtroppo, non intuendo l’importanza del ritrovamento, nessuno di questi esemplari è stato conservato vivo e non ne sono state conservate la parti molli, per una analisi approfondita.
Possiamo oggi anche spiegare la scarsità dei ritrovamenti, dato che questa unica popolazione ritrovata è stata individuata ad una profondità di circa 50 metri, indice del fatto che questa specie predilige habitat più profondi rispetto al Conus ventricosus. Sicuramente, tra le collezioni di qualche museo e di privati, potremmo ritrovare qualche raro esemplare identificato come Conus ventricosus.
Il Conus lineolatus è una varietà nella quale le strie sono molto accentuate.
Le dimensioni massime che ho misurato sono di 32,7 x 19,6 mm. [AZFC 197-03].
Distribuzione:
Nel Miocene è presente in Piemonte.
Nel Pliocene è abbastanza comune in Italia ed è presente in Portogallo(4) e Marocco.
Nel Pleistocene è rinvenuto in Toscana ed nel Lazio(2).
E’ ancora presente (Confronto tra Conus mediterraneus e Conus striatulus).
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Notare le due linee scuro in corrispondenza delle linee di crescita: sono solo linee incavate, ma in particolari sedimenti potrebbero assorbire sostanze del terreno. |
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Distribuzione geografica del Conus striatulus recente
Conus striatulus var. taurinensis |
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· Grecia – Ormos Panagias
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Conus striatulus |
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· Italia – Catania (50 m.) |
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Bibliografia
Consultata
(2) - Carlo Chirli (1997) “Malacofauna pliocenica toscana - vol. I - Superfamiglia Conoidea”, Firenze
(4) - Carlos Marques da Silva (1996) “MOLUSCOS PLIOCÉNICOS DA REGIÃO DE CALDAS DA RAINHA - MARINHA GRANDE - POMBAL (PORTUGAL). III. NEOGASTROPODA. CONIDAE”
(12) - Davoli (1972) “Conidae (Gastropoda) Studi monografici sulla malacologia miocenica modenese, Parte I. I molluschi tortoniani di Montegibbio. Palaeontographia Italica, V. 68: 51-143.”